La storia di AVIS

La storia di AVIS

Le origini dell’Associazione risalgono al 1926, quando il dottor Vittorio Formentano (1895 – 1977) lanciò sul Corriere della Sera a Milano, un appello per costituire un gruppo di volontari per la donazione del sangue. All’invito risposero 17 persone che si riunirono nel 1927, dando vita alla prima Associazione Italiana di Volontari del Sangue. Nell’occasione furono delineati gli obiettivi della futura associazione: soddisfare la crescente necessità di sangue dei diversi gruppi sanguigni, avere donatori pronti e controllati e lottare per eliminare la compravendita di sangue. L’Associazione Italiana di Volontari del Sangue si costituì ufficialmente a Milano nel 1929, quando venne approvato il primo Statuto dell’AVIS.

La storia di AVIS

Dopo il travagliato periodo del fascismo, nel 1950 AVIS venne riconosciuta dallo Stato con la Legge n. 49, mentre con la legge n. 592 del 1967 viene regolamentata la raccolta, la conservazione e la distribuzione del sangue umano sul territorio nazionale. Dagli anni ’70 la diffusione dell’Associazione si fa sempre più capillare, grazie alla nascita delle sedi regionali, provinciali e comunali, legate da un unico statuto alla sede nazionale.

Nel corso degli anni lo statuto è rimasto pressoché immutato e fedele ai principi indicati da Formentano. L’Associazione, come precisano gli articoli 1,2 e 3, è apartitica, aconfessionale, senza discriminazioni di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione ed è costituita da persone che donano il loro sangue volontariamente, periodicamente, gratuitamente, anonimamente e responsabilmente. Con il passare degli anni è maturata una nuova cultura della donazione che ha sostituito agli ideali di eroismo, sacrificio e generosità caritatevole, lo spirito di consapevolezza dei bisogni, di responsabilità, di coscienza civica e di partecipazione.

Oggi AVIS è il garante del sangue in Italia poiché rappresenta chi, ispirato a principi solidaristici, mette a disposizione la materia prima indispensabile per il funzionamento e l’autosufficienza del sistema trasfusionale nazionale. Inoltre, riafferma la centralità e il ruolo attivo del donatore nel “sistema sangue” e si fa promotrice di una nuova cultura della donazione e del volontariato e di una moderna ed efficiente gestione della politica trasfusionale.

Attualmente AVIS è la più grande organizzazione di volontariato del sangue italiana, con più di un milione di associati volontari e periodici, 3230 AVIS comunali (o di base), 94 AVIS Provinciali (o equiparate), 22 AVIS Regionali (in Trentino-Alto Adige sono presenti 2 sedi, mentre la sede in Svizzera è considerata come regionale) e l’AVIS Nazionale.

 

I principi etici

Come ogni associazione che si rispetti, anche noi di AVIS ci basiamo su un sistema di valori che racchiude il senso del dono e dell’altruismo. Tutto ciò si realizza nel concetto di solidarietà, una solidarietà attiva, concreta, attenta alle esigenze del prossimo e della comunità. È questo il nostro valore principale di riferimento, la nostra guida, il nostro “contenitore culturale” che racchiude tutti gli altri valori entro i quali ci riconosciamo. Valori assoluti, professionali e comportamentali che discendono dal principale, senza il quale non avrebbero motivo di esistere e che tuttavia lo arricchiscono e lo completano. Di seguito, riportiamo gli 8 principi etici in cui ogni AVIS si riconosce e che si impegna a portare avanti:

 

  1. Anonimato

L’identità del donatore e del ricevente sono gestite nel rispetto delle vigenti normative in materia privacy dagli operatori del Sistema Trasfusionale.

  1. Libertà di scelta

La donazione del sangue è una scelta libera e consapevole, che deve essere compiuto volontariamente e senza alcuna costrizione.

  1. Non-profit

Il sangue e gli emocomponenti non possono essere fonte di profitto; il valore di una unità di sangue/emocomponente è fissato in base agli oneri sostenuti per la raccolta, la preparazione, la qualificazione e la distribuzione dei prodotti sanguigni.

  1. Gratuità

La donazione del sangue è gratuita e non può essere remunerata in alcun modo. In Italia la donazione a pagamento è perseguibile per legge in base all’art. 22 della legge 219/2005. Donare sangue è quindi un atto totalmente gratuito e non può essere remunerato sotto alcuna forma. L’uso di sangue a pagamento, oltre che eticamente riprovevole, rappresenterebbe un rischio per la sicurezza trasfusionale.

  1. Igiene

Per ogni donatore, il materiale utilizzato per il prelievo è sterile e monouso.

  1. Sicurezza

La gratuità, la visita pre-donazione e i test diagnostici effettuati assicurano la sicurezza dei prodotti trasfusi ai malati e la tutela dello stato di salute dei donatori.

  1. Qualità

Il rispetto delle buone pratiche e i numerosi controlli sui materiali utilizzati garantiscono la miglior qualità dei prodotti trasfusionali.

  1. Periodicità

La donazione periodica, non condizionata da urgenze e fattori emozionali, rappresenta una garanzia di affidabilità e sicurezza per il ricevente nonché certezza di approvvigionamenti. Il donatore periodico è controllato dal punto di vista medico, in quanto sottoposto ad accurate visite e attenti controlli sul sangue.